Vertenza Versalis a Ragusa, la CNA si rivolge alla deputazione regionale dell’area iblea: “Che fine farà l’indotto che fattura milioni di euro?”
Lettera aperta della CNA ai deputati regionali del territorio di Ragusa avente per oggetto la vertenza Versalis. “La chiusura dello stabilimento di Ragusa, programmata per il prossimo 31 dicembre – è scritto nella missiva firmata dal presidente territoriale CNA Ragusa, Giuseppe Santocono, dal segretario territoriale Carmelo Caccamo, dal presidente CNA Fita Sicilia, Saro Tumino, e dal responsabile regionale CNA Fita Sicilia, Giorgio Stracquadanio – preoccupa seriamente l’intero territorio ibleo. Si dice che diventerà un centro direzionale. In questi casi la prima preoccupazione va, come è giusto che sia, verso i posti di lavoro dei dipendenti che andranno perduti. Ma non possono e non devono cadere nel dimenticatoio le tante piccole imprese e i loro lavoratori che fanno parte dell’indotto. Tre consorzi di autotrasportatori composti da 135 padroncini, con un parco circolante di oltre 200 mezzi e con oltre 100 dipendenti, hanno la stessa dignità dei lavoratori dell’Eni”.
“Le centinaia di attività di riparazione, di fornitura di mezzi di ricambio, di gommisti che danno un servizio al settore dei trasporti industriali – continua il documento – che fine faranno? Qui sono a rischio milioni di euro di fatturato, di reddito e di lavoro. Questo mondo non può essere ignorato. Queste imprese hanno sostenuto e stanno sostenendo degli investimenti, hanno assicurato e assicurano tuttora un servizio di qualità, mantenendo attivo il ciclo produttivo dello stabilimento ragusano. Di fronte a ciò la Regione non può rimanere indifferente. Alla luce di ciò riteniamo opportuno che i parlamentari regionali di questa provincia sollecitino le istituzioni regionali ad attivare un tavolo di confronto con il governo nazionale, l’Eni, e le organizzazioni di categoria e sindacali. Serve mettere al centro la politica industriale dell’Eni nel territorio ibleo e le relazioni industriali tra Eni e fornitori dei servizi, in primis il trasporto. La “riconversione” di un impianto non può generare disoccupazione e la crisi di un comparto cha ha creato e crea lavoro produttivo. La Regione Siciliana non può rinunciare al suo ruolo istituzionale e di governo delle economie del territorio. Pertanto, facciamo un appello chiedendo ai quattro parlamentari dell’area iblea una forte attenzione su una vertenza che abbraccia un pezzo consistente della nostra economia”.
Giorgio Liuzzo