All’inizio del 2022, numerose imprese del settore Benessere e sanità (parrucchieri, barbieri, estetiste) lamentavano che l’attuale delibera (datata 22 novembre 2011), che determina gli orari e le giornate di apertura, sia superata. Gli artigiani, anche alla luce delle restrizioni imposte dalla pandemia e al fine di recuperare tempo e denaro perduti, vogliono essere liberi di potere tenere aperte le loro attività senza alcuna restrizione imposta, così come accade nei diversi Comuni. E’ quanto rileva la CNA comunale di Comiso precisando che il principale nodo da sciogliere e che risulta essere stretto a gran parte delle imprese riguarda il fatto che una parte dell’attuale delibera determina la chiusura di mezza giornata il pomeriggio per tutto il mese di agosto.
Il 25 gennaio scorso, la CNA, dopo avere preso atto delle necessità delle imprese, aveva scritto una nuova bozza di delibera e, in accordo con l’Amministrazione comunale, si era resa disponibile nel mettere a disposizione i propri uffici per una raccolta firme che, se avesse raggiunto la metà degli operatori di settore, avrebbe determinato l’abolizione della precedente delibera e l’attuazione di una nuova. Dalla raccolta firme, se pur con qualche differenza tra i tre sottogruppi (acconciatori, estetiste, barbieri), risulta evidente che la maggior parte delle attività che vanno a comporre l’intero settore è favorevole al cambio di delibera e alla liberalizzazione di giorni e orari di apertura. Il documento con le firme delle imprese è stato regolarmente protocollato a palazzo di Città. Dopo sei mesi e dopo innumerevoli solleciti all’assessorato di riferimento, in evidente ritardo per una regolare programmazione delle aperture per il mese di agosto, l’Amministrazione non ha ancora dato seguito alle determinazioni derivanti dalla raccolta firme. La CNA sottolinea di avere concertato con l’assessorato di competenza il modus operandi e quindi è stata data alle imprese la possibilità di esprimersi. Le stesse lo hanno fatto credendo nella propria Amministrazione e adesso, conclude la CNA, è doveroso dare loro una risposta.
Giorgio Liuzzo