Reperire fondi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali della provincia di Ragusa, i restauratori della Cna a confronto con il soprintendente e con il sindaco del capoluogo

Gio, 21/11/2019 - 11:05
Reperire fondi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali della provincia di Ragusa, i restauratori della Cna a confronto con il soprintendente e con il sindaco del capoluogo

L’annoso tema riguardante il reperimento dei fondi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali della provincia di Ragusa al centro di un confronto tra la Cna e i rappresentanti delle istituzioni locali. Qualificato il parterre dei presenti: c’erano il soprintendente di Ragusa, Giorgio Battaglia, con il responsabile dei progetti della Sovrintendenza, Carlo Giunta; il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, con l’architetto Giuseppe Iacono, responsabile della gestione del patrimonio museale, architettonico e monumentale del Comune; don Giuseppe Antoci, direttore dell’ufficio Beni culturali della diocesi di Ragusa. L’associazione di categoria era, invece, rappresentata dal portavoce territoriale Cna Restauratori Sebastiano Patanè, assieme alla responsabile Antonella Caldarera, e dal responsabile territoriale Cna costruzioni Vittorio Schininà. Hanno attivamente partecipato gran parte dei restauratori associati alla Cna. Il reperimento dei fondi, oltre a risolvere il problema della tutela dei suddetti beni architettonici, fornirebbe, è stato spiegato, un certo respiro alle piccole e medie imprese che si occupano di restauro nel nostro territorio. In particolar modo, è stato affrontata la problematica dell’Art Bonus che garantisce la possibilità di contribuire alla manutenzione e al restauro di opere d’arte e monumenti sottoposti a tutela. Si tratta di uno strumento poco conosciuto in Sicilia, ma ampiamente utilizzato in gran parte del Nord Italia. Il sindaco Cassì ha fornito la propria disponibilità ad appoggiare le proposte avanzate dai restauratori della Cna. Inoltre, ha fatto riferimento alla legge 61/81, la cosiddetta legge speciale su Ibla, che fino a qualche anno fa godeva di un congruo finanziamento regionale di diversi milioni di euro. La legge, adesso, sarà finanziata dalla Regione Sicilia per altri due anni con un milione di euro all’anno. Alcuni di questi fondi saranno destinati alla manutenzione delle opere d’arte. L’architetto Iacono si è reso disponibile alla collaborazione attraverso l’individuazione di beni architettonici del territorio ragusano per la valorizzazione degli stessi. Il soprintendente Battaglia ha sottolineato la distinzione tra appalti pubblici e privati, riferendosi in modo particolare all’affidamento diretto e all’applicazione del principio di rotazione. Il responsabile dei progetti della Sovrintendenza Giunta ha assicurato la massima disponibilità e collaborazione ai progetti che saranno proposti. A tal proposito Vittorio Schininà, facendo riferimento al codice degli appalti, ha proposto di incentivare i piccoli interventi in modo da salvaguardare e rafforzare la qualità di eccellenza dei restauratori. Don Antoci, con grande rammarico, ha rilevato che l’Art Bonus non è destinato ai beni ecclesiastici a meno che non rientrino nei beni Fec (Fondo edifici di culto). Lo stesso si è reso disponibile per successivi incontri finalizzati all’individuazione di soluzioni alternative che consentano l’inclusione dei beni ecclesiastici nell’Art Bonus. Tra le proposte emerse, quella dell’organizzazione di un convegno finalizzato alla conoscenza e alla divulgazione della misura agevolata introdotta dalla legge di stabilità 2016, art. 1 del D.lgs. n.83/2014, misura che favorisce la detrazione fiscale del 65% tramite credito d'imposta a chi commissiona interventi di manutenzione, protezione e restauro.

 

Ufficio Stampa
Giorgio Liuzzo