Tasse, tasse e tasse. E ancora tasse. Tra le imposte meno apprezzate dai cittadini e dalle imprese c’è sicuramente la Tari (tassa rifiuti) che dal 2018 al 2019 a Vittoria ha subito aumenti del 4–5% e in alcuni casi anche dell’8%, sia per quanto riguarda i locali commerciali e artigianali sia con riferimento alle abitazioni. A denunciarlo il presidente della Cna di Vittoria, Rocco Candiano, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. “Per avere un quadro più chiaro delle variazione della tassa – dicono i due vertici della Cna locale – abbiamo analizzato gli avvisi che sono stati spediti nel corso degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Siamo partiti dal 2016 perché è l’ultimo anno in cui il rifiuto era posto nei cassonetti. Infatti, alla fine di quell’anno è iniziata la raccolta differenziata. Un fabbricato anni Settanta di 160 mq, sito nella periferia e abitato da 2 persone (casalinga e pensionato), compresa la pertinenza, nel 2016 pagava complessivamente tra acconto e saldo 717 euro. Nel 2017 (primo anno di differenziata), lo stesso immobile con lo stesso numero di componenti versava 752 euro. Nel 2018 veniva applicata una riduzione, una sorta di premialità per la differenziata, che riportava la tassa al valore del 2016. Nel 2019 la tassa è stata aumentata, infatti l’importo per l’anno in corso è 733 euro. Lo stesso è avvenuto per i locali adibiti ad attività economiche. Un capannone dove opera un’impresa artigiana, che produce rifiuti conferiti a ditte specializzate, nel 2016 ha pagato 999 euro di Tari. Nel 2017 ha versato 1.049 euro, nel 2018 è ritornato all’importo del 2016 e nel 2019 dovrà pagare 1.022 euro. Ci chiediamo: ma l’esclusione della tassazione prevista per i locali che producono rifiuti speciali e pericolosi (non assimilabili ai rifiuti urbani) e indicati nell’art. 4.7 del regolamento Iuc viene applicata? Aspettiamo una risposta a questa legittima domanda”.
Sulla questione interviene anche il presidente provinciale Cna Ragusa Giuseppe Santocono: “I rifiuti sono risorse economiche, qui invece sono diventati un costo ma soprattutto un grave problema ambientale. Se dall’inizio dell’anno Vittoria ha differenziato oltre il 52% di rifiuto, al Comune sarà stato riconosciuto, o sarà riconosciuto, un corrispettivo economico. Il valore di questo capitale non dovrebbe essere redistribuito sul territorio bonificandolo e abbassando anche la Tari? Se il lavoro fatto dai cittadini e imprese fino ad oggi non diventa, oltre che utile, conveniente sia dal punto di vista ambientale ed economico, si tradisce l'essenza e l'obiettivo della raccolta differenziata. Mortificare il lavoro di separazione fatto dai cittadini e imprese rischia di diventare una fastidiosa quanto infruttuosa imposizione”.
Giorgio Liuzzo