Il successo del riconoscimento della Zes (ottenuto anche grazie al sostegno di alcuni parlamentari regionali: on. Nello Dipasquale e on. Stefania Campo) va accompagnato da altre misure a supporto della nostra economia. Il Piano di sviluppo rurale (Psr) ci dice che il territorio di Vittoria è un’area rurale ad agricoltura intensiva, cioè una macro area B. Questa classificazione, paradossalmente, ci ha penalizzato perché se è vero che la serricoltura sfrutta al massimo la capacità produttiva del terreno, è anche vero che la stessa si sviluppa quasi esclusivamente lungo la fascia costiera. Il resto del territorio agricolo ricade in un contesto che è di area rurale intermedia, cioè macro area C. Se questa parte significativa del nostro territorio avesse avuto questo riconoscimento, Vittoria sarebbe entrata in uno dei due Gruppi di azione locale (Gal) nati in provincia e quindi avrebbe ottenuto fondi per interventi riguardanti agriturismo, b&b, fattorie didattiche. E’ la riflessione formulata dal presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe Santocono, in uno al presidente della Cna comunale di Vittoria, Rocco Candiano, rispetto a una determinazione di primaria necessità per la crescita e lo sviluppo del territorio. “Facciamo notare che un pezzo dell’agro di Vittoria – continuano Santocono e Candiano – ricade nel comprensorio dell’olio Dop Monti Iblei; l’area più significativa del Docg Cerasuolo classico è dentro lo stesso agro, tant’è che Vittoria dà pure il nome al vino (Cerasuolo di Vittoria Docg); a queste due eccellenze va aggiunto il recente riconoscimento del distretto del cibo. E’ fin troppo evidente come queste eccellenze agroalimentari si realizzino in ambienti agricoli per nulla intensivi e gli stessi sono forti attrattori di nuove forme di turismo che stanno via via crescendo. Alla luce di questi fatti concreti emergono due domande che giriamo alla deputazione regionale tutta: perché la classe politica locale, pur conoscendo queste caratteristiche agro-produttive, non ha fatto nulla per farle entrare in una classificazione che le differenziasse? Esiste la possibilità, o meglio la volontà politica, per poter rimodulare queste aree che non riguardano solo il Comune di Vittoria ma anche il comune di Comiso e di Acate? In questi tre comuni del libero consorzio operano oltre 1.800 imprese artigianali molte delle quali a servizio di attività agricole non intensive; valorizzare e sostenere queste ultime significa promuovere e rafforzare le prime oltre a incentivare chi vuole crearsi un’impresa; a meno che non si pensi che quest’area sia figlia di un dio minore e quindi non meriti attenzione”. “La politica – aggiungono i vertici della Cna locale – non ha il compito di creare posti di lavoro in senso stretto ma senz’altro quello di gettare le basi per favorirne la nascita perché il lavoro si crea sostenendo le risorse che il territorio offre e promuovendo le capacità proprie del suo patrimonio umano”.
Giorgio Liuzzo